Is the party over?  


Di Isabella Falbo


Is the party over? Personale di Massimo Festi, artista giovane e già molto conosciuto sulla scena artistica nazionale, si sviluppa come evento multidisciplinare dalla natura insolita, estremamente sperimentale e concettuale.

Possiamo definire  Is the party over? un “reality d’arte contemporanea in due giorni” dove lo spettatore diventa protagonista: protagonista inconsapevole il primo giorno dell’exclusive party, protagonista consapevolizzato il secondo giorno dell’opening vera e propria.

Il progetto assume le caratteristiche del reality in quanto il party e il post-party, fulcri della poetica del progetto, non sono “finti” o “costruiti”, non hanno una natura installativa ma accadono davvero, accogliendo il visitatore al loro interno come personaggio attivo. 


Il progetto nasce come contenitore epistemologico comprendente molti degli elementi volti a definire l’identità della nostra società contemporanea e si compone di tecnopitture, un video “reality” e performance. 

Le tecnopitture, dipinti elettronici su tela, attraverso un registro compositivo bidimensionle e decorativo rappresentano pseudo ritratti di personaggi piú o meno noti, icone statiche, attraverso le quali Massimo Festi prosegue la composizione della sua “commedia umana contemporanea” incarnando l’umanità delle “big issues” odierne.


Durante la prima serata, venerdi 23 maggio 2008 dalle ore 22.30 avrà luogo l’exclusive party, una vera e propria festa con sonorità curate da MR Davidoo e Gmpop che spazieranno tra il groove, il funky  e l’italian style, riprese video e fotografi.

Durante la seconda serata, sabato 24 maggio 2008 dalle ore 22.30 avrà luogo l’opening, durante la quale il concetto di Is the party over? si manifesterà in toto. 

Il percorso espositivo si sviluppa all’interno dello spazio trasformato in scenario post- party, tra i postumi della festa, incontrando, quasi casualmente tra coriandoli, posaceneri pieni e bicchieri sporchi, i personaggi che l’hanno animata.

Nella realtà discordante del post-festa, avvolti dalla musica di Intiman e Leo Pari, incontreremo le ultime presenze rimaste attraverso le performers Silvia Guandalini e Francesca Pennini, anti-eroi dall’aria confusa che sembrano chiedersi cosa sia rimasto di vero, scopriremo chi è stato protagonista attraverso le proiezioni del video reality. 


Elementi caratteristici di Is the party over? sono la festa e la maschera.

 La festa come limbo terreno, mondo intermedio, stato d’animo, condizione psichica, è metafora della società dell’effimero nella quale viviamo, della quale siamo protagonisti troppo attivi e troppo stimolati, dove il consumismo ha democraticizzato l’idea di felicità, dove tutti ci sentiamo spesso soli.

La maschera, che la maggior parte dei personaggi indossa, non ha più la funzione di celare, non serve più per nascondersi ma al contrario rappresenta la vera identità, ne diviene simulacro.


Is the party over? è un originale invito a riflettere sulla nostra società, sulla difficoltà del comunicare e sulla maschera che non ci si accorge piú di indossare. 

Se negli anni ’80 ci domandava “ E’ qui la festa?” oggi gli interrogativi sono mutati in “La festa è finita? E adesso?”. Le questioni che ci pongono questi interrogativi divengono pretesti di riflessione sulla nostra situazione attuale, risultanti di un passato appena trascorso e punto di partenza del futuro imminente. 


La ricerca e le risposte le troveremo all’interno di queste due serate strettamente legate fra loro.


Estremamente ironiche, le opere in mostra  I quit, No mask no party, Yakuza, Today I am a woman, Play me, No gas, The power of love appaiono  tanto appealing quanto intrise di una concettualità impegnata nel sociale.  

I quit ci parla di anticonformismo, forse come reazione alla realtà, di giorno in giorno sempre più precaria e sconvolgente. No mask no party appare perfettamente calata nel contesto strabico e atrofico di questo tempo, il volto dallo sguardo triste di borghese, politico o pensionato qualunque non è celato da una maschera, usata probabilmente durante tutta la vita per coprire corruzione, assenza di valori dubbi e compromessi.

Yakuza, orientale vestita da uomo, racchiude molteplici significati: la confusione e la malleabilità dei generi, l’ascesa economica della Cina con la sua presenza forte e le conseguenti opportunità e minacce.

Today I am a woman, rappresenta tutte quelle vite dall’identità non bene definita, tipiche di coloro che non sono ciò che credono di essere o che appaiono come non sono realmente.

Play me rappresenta la bellezza simbolica della società dell’effimero. La bionda protagonista sembra rappresentare Elena, la bellezza mascherata nella tragedia goethiana del Faust che desta desiderio e passione, ma qui non teme il possesso, al contrario lancia un invito, senza impegno.

Con No gas il messaggio sul problema inquinamento è trattato in maniera sensuale e accattivante, chiara ed immediata emerge la gravità del rischio.

In The power of love la potenza dell’amore perde ogni riferimento romantico per divenire doppio ritratto di un certo tipo di potere religioso/maschilista e del liberismo sessuale occidentale. 


ISABELLA FALBO, testo relativo all'evento IS THE PARTY OVER?, a cura di Isabella Falbo, Rialtosantambrogio, Roma, 2008